In un mondo interconnesso 24/7 la privacy è una risorsa preziosa. Eppure, paradossalmente, in pochi hanno idea su come difenderla. Quasi chiunque accetta termini e condizioni senza leggere, accetta centinaia di migliaia di cookies senza pensare e il tutto perchè in caso di mancato assenso, le aziende possono rifiutare di fornire i loro servizi.
Perciò l’educazione alla privacy può essere considerato l’anello mancante per un futuro funzionale che, come è prevedibile, sarà sempre più online.
Il paradosso: più dati a disposizione, meno consapevolezza. Si viene tracciati e registrati quotidianamente, eppure non ce ne rendiamo conto o non diamo alle conseguenze delle nostre decisioni online il peso dovuto.
Questo perchè le tecnologie di tracciamento sono spesso “invisibili”, nella falsa riga di tracking, fingerprinting e profilazioni. Non aiuta che le interfacce vengono generate per facilitare l’assenso anzichè la comprensione, attraverso l’uso di linguaggi legali o tecnici, dietro minaccia di mancata erogazione dei servizi.
Tutto questo può essere facilmente contrastato insegnando nelle scuole le basi della privacy, così che crescendo, una popolazione mediaticamente letterata possa evitare di incappare in molte delle situazioni scomode in cui è fin troppo facile cadere oggi.
